Giglio Reduzzi
Bahrain
Aggiornamento: 4 nov 2022
Un imbarazzato Segretario di Stato vaticano ha appena annunciato che tra due giorni Papa Francesco andrà a Manama, capitale del Bahrain.
La notizia è piombata sugli ascoltatori come un fulmine a ciel sereno, non solo perché gli spostamenti del Papa di solito vengono annunciati con mesi di anticipo, ma soprattutto perché il card. Parolin stava parlando dello stesso Papa che, a causa di una sopravvenuta difficolta motoria, aveva annullato i suoi viaggi in Africa e differito sine die quello che si sperava avrebbe fatto a Mosca e/o Kiev.
Ed ecco che invece il Papa sta per recarsi nell’isola di Bahrain, nota al grosso pubblico solo per le ricchezze dei suoi reggenti e dove i cattolici rappresentano lo zero virgola della popolazione.
Il che non può non far pensare al precedente viaggio di Papa Francesco ad Abu Dhabi (situazione analoga a quella di Bahrain) ed ai solenni impegni che in quell’occasione egli assunse con la massima autorità dell’Islam Sunnita.
Impegni, quali la creazione di uno spazio religioso comune per tutti i discendenti di Abramo (la c.d. Abrahamic Family House), il cui abbandono sembrava imputabile alla sola epidemia di Covid.
Evidentemente non era così e la visita di Papa Francesco a Manama, ritenuta più importante di quella a Mosca, sembra esserne la conferma.