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  • Immagine del redattoreGiglio Reduzzi

Comunismo redivivo

Leggo su “Libero” di oggi un articolo di Antonio Socci (uno dei miei autori preferiti), secondo cui in Italia sarebbe tornato il Comunismo.

A mio avviso non se n’era mai andato: ha solo cambiato -più volte- il nome.

Anzi, da quando nel resto d’Europa è scomparso, in Italia ha preso forza, sino a prendere quel potere che non aveva mai conquistato prima.

Lo prova il governo guidato da Massimo D’Alema.

Il motivo di questa anomalia, come ho già spiegato, consiste nel fatto che il PCI era secondo solo alle Poste nella copertura del territorio nazionale.

Finito il Comunismo, bisognava in qualche modo giustificare la sopravvivenza (ed i costi) delle innumerevoli “sezioni”.

Donde la girandola di etichette: PDS, DS, PD.

Ma sia le strutture sia le persone rimasero le stesse.

Nessuno di loro ha mai fatto autocritica.

Anzi, non manca chi rivendica con orgoglio di essere stato comunista, quantunque la maggioranza di loro ora preferisca qualificarsi con il termine più digeribile di “antifascista”.

Nulla è cambiato, salvo il nome, anche negli ambienti non governativi, ma altrettanto potenti (dell’arte, della cultura, della comunicazione e, soprattutto, del sindacato), in cui il PCI era riuscito nel tempo ad infiltrarsi.

Del vecchio comunismo è sparita l’etichetta ma è rimasta l’anima che, intrisa com’era di invidia sociale, costituiva peraltro la componente peggiore.

Essa riappare oggi prepotente solo perché, grazie alla nuova americaneggiante denominazione di Partito Democratico, i suoi uomini sono al potere ed, oltretutto, godono della inedita simpatia del Papa regnante e del suo inner circle.

Infatti chi governa pro tempore su entrambe le rive del Tevere sembra condividere gli stessi orientamenti ideologici in molte materie, tra cui la cura del creato, la negazione delle radici cristiane d’Europa e quella cancellazione dell’amor patrio che fa aprire le porte all’immigrazione senza limiti.

E’ la prima volta nella storia che la Sinistra strizza l’occhio al Vaticano e viceversa.

Prima si odiavano.

Certo non avremmo mai pensato che personaggi tipo Mario Capanna, che mezzo secolo fa occupavano strade e palazzi inneggiando al comunismo, ora avrebbero fatto gli opinionisti su Rete4, proprietà dell’odiato nemico di un tempo.

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