Giglio Reduzzi
I 49 migranti che nessuno voleva
Alla fine Malta ha deciso di far sbarcare i 49 migranti che stavano in rada a bordo delle due navi ONG.
Anzi ha mandato due navi militari a prenderli.
Il perché di questa modalità non ci è stato spiegato.
Io speravo che le due navi sarebbero arrivate in porto da sole e che poi sarebbero state sequestrate, in modo da liberare il Mediterraneo dalla loro imbarazzante presenza una volta per sempre.
Ci è stato solo detto che il governo maltese aveva autorizzato il loro sbarco dei migranti perché alla fine alcuni Paesi, tra cui il nostro, avevano acconsentito a spartirseli.
Nessuno ha precisato: previo vaglio dei migranti stessi per conoscerne l’identità e la validità dei requisiti internazionalmente riconosciuti per la loro accoglienza.
Il che vuol dire che questo vaglio non sarà mai fatto.
Altrimenti le quote nazionali sarebbero state espresse in valori percentuali, non assoluti.
Dunque, tutti i migranti, buoni o cattivi, saranno accolti sulla base delle loro auto-certificazioni, saltando a piè pari quell’operazione di cernita che nei nostri centri nazionali dura dei mesi.
Quando Di Maio si dichiarò disposto ad accogliere donne e bambini, dalle navi risposero che le famiglie non si potevano dividere.
La realtà era che, su quelle due navi, di famiglie ce n’era solo una. Il resto dei migranti era composto, come molti di noi sospettavano, da baldi giovanotti maschi.
Li abbiamo visti quando sono sbarcati.
La Chiesa Valdese ha detto che si farà carico lei della quota italiana.
Ovviamente non si parla più di “famiglie” ma di “persone”.
Gli italiani, benché facili da accontentare, saranno soddisfatti solo se la Chiesa Valdese si comporterà meglio di quella Cattolica.
Perché è ancora fresca nella memoria il ricordo di come finì la vicenda dei migranti che erano stati raccolti dalla nave Diciotti e presi in carico dalla CEI.
Con la scusa che non poteva trattarli come prigionieri, se li lasciò scappare tutti, già il giorno dopo.
Purtroppo anche il responsabile della Chiesa Valdese ha già detto in un’intervista che neppure lui intende trattare i futuri ospiti alla stregua di prigionieri.
Pertanto le premesse non sono buone.
Inoltre anche la Chiesa Valdese, come quella Cattolica, non ha precisato cosa intende per “farsi carico”.
Non vorrei che anche questa benemerita Confessione (che pare abbia più contribuenti che fedeli) ci prendesse in giro.
Cioè che quel farsi carico comprendesse una serie di limitazioni così ampia da snaturarne il significato.
Per esempio quanto durerà l’accoglienza?: Un mese? Un anno? Per sempre?
Le spese mediche sono comprese?
E quelle scolastiche?
L’accoglienza sarà estesa ai parenti rimasti in patria?
Sono tutte domande legittime che se fossimo precisi come i nostri amici tedeschi ci porremmo seriamente, anziché accontentarci della generica promessa fattaci.
Purtroppo l’unico riferimento evangelico che abbiamo è quello relativo alla Parabola del Buon Samaritano.
Dove però si parla di un’accoglienza di breve durata e rivolta ad una sola persona.
Un uomo che era stato bastonato dai briganti.
Non di baldi giovanotti scesi da una nave senza segni di maltrattamenti e con l’euforia tipica dei tifosi che lasciano lo stadio dopo aver vinto la partita.