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  • Immagine del redattoreGiglio Reduzzi

I deliri di Delrio

Aggiornamento: 4 giu 2020

Solo alla tenera età alla quale mi ritrovo, quindi con imperdonabile ritardo, mi rendo conto di quanto sia inutile tentare di convincere una persona fortemente ideologizzata ad abbandonare le sue posizioni, sia che esse riguardino la politica o la religione od altro ancora.

Non c’è niente da fare. L’ideologia è una brutta bestia. Anche le persone più intelligenti e scolarizzate, messe di fronte alle pecche del loro pensiero-guida, continuano imperterrite a camminare per la propria strada.

Indurle a cambiare idea è tempo perso.

Piuttosto che abbandonarla, esse preferiscono:

  • mettere in risalto i lati positivi che essa contiene,

  • evidenziare gli errori degli avversari,

  • ignorare la realtà in cui vivono o distorcerne la rappresentazione.

Tutto fuorché arrendersi.

Emblematico sotto questo profilo è il comportamento degli eredi del comunismo di cui abbiamo appena parlato.

Sono curioso di vedere se essi resisteranno anche di fronte alle ammissioni di Luca Palamara, che hanno fornito la prova provata di quanto intensamente la Magistratura abbia sostenuto la Sinistra negli ultimi trent’anni.

Sostegno che la sinistra, così fortemente ideologizzata, ha sempre negato contro ogni evidenza.

Il caso della persecuzione giudiziaria a Silvio Berlusconi è solo il più clamoroso, ma non è l’unico.

Prima c’è stato quello di Giulio Andreotti, accusato nientemeno di essere stato mandante di un omicidio.

In epoca più recente abbiamo la persecuzione a Matteo Salvini, cui fa da contraltare il silenzio assoluto della Magistratura nei confronti dei suoi avversari di sinistra, primo tra tutti l’ex ministro Graziano Delrio.

Graziano Delrio è infatti la persona che, in quanto titolare del Ministero delle Infrastrutture, avrebbe dovuto assicurarsi che le autostrade date in concessione ad Atlantia (famiglia Benetton) venissero regolarmente mantenute; cosa che egli non fece mai e che causò il crollo del ponte Morandi, unitamente alla perdita di tante vite umane.

Delrio non fu mai accusato di alcuna inadempienza, mentre, in analoghe condizioni, lo furono altri dirigenti d’azienda, come Mauro Moretti, manager delle Ferrovie dello Stato (per la strage di Livorno) ed i dirigenti del ThyssenKrupp (per l’incendio di Torino).

Delrio è anche responsabile di cose più gravi.

Per esempio di avere (lui ex ministro) incoraggiato la capitana tedesca Carola Rachete a disattendere le leggi italiane ed entrare a forza in un porto italiano, per sbarcarvi dei migranti senza documenti; due dei quali furono successivamente riconosciuti colpevoli di gravissimi reati e condannati a vent’anni!

Episodio, quest’ultimo, di cui la stampa di sinistra ha parlato molto poco o non ha parlato affatto, ma che è il più significativo di tutti nell’indicare il grado di politicizzazione raggiunto dalla Magistratura italiana: anzicchè processare chi ha infranto le leggi (Delrio), si processa chi le ha scritte (Salvini).

Più che una distorsione, una beffa.

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