Giglio Reduzzi
Il popolo bue
Il popolo bue non deve sapere.
E’ la convinzione che mi sono fatto osservando come i nostri governanti non ci raccontino mai la verità sino in fondo.
Solo a metà.
Per esempio ci fanno sapere che a Lampedusa sono sbarcati 150 migranti, ma si guardano bene, anche a distanza di mesi, dal dirci cosa ne hanno fatto.
Sappiamo che alcuni di loro sono stati reimbarcati per fare la quarantena su navi da crociera, ma poi dove li hanno messi? Il popolo bue non deve sapere.
Le autorità arrestano un tale perché -ci dicono- sono dieci anni che percepisce una pensione d’invalidità essendo perfettamente sano.
Passano gli anni ma non ci dicono nulla di cosa è successo a quel falso invalido.
Il popolo bue non deve sapere.
A volte sono le stesse autorità regionali a non essere esaurientemente informate dal governo centrale.
Infatti le fasce di colore che identificano il grado di diffusione del virus epidemico (verde, giallo, rosso) nelle varie Regioni è stabilito a Roma in base ad un algoritmo che comprende 21 parametri, ma ai funzionari delle Regioni viene solo chiesto di fornire i dati.
Ad applicare l’algoritmo ci pensano loro. Neanche il funzionario della Regione deve sapere.
E si potrebbe continuare.
Purtroppo la conclusione è un sola: siamo ancora lontani dall’idea che il rapporto stato-cittadino debba essere paritario.
Lo Stato è molto più su.
Di conseguenza sono molto più su anche coloro che in qualche modo lo rappresentano.
Ecco perché alcuni sindaci ritengono normale farsi vaccinare prima dei loro concittadini ottantenni.