Giglio Reduzzi
Il preteso "isolamento"
Aggiornamento: 3 gen
Dicono che, con il nuovo governo a guida Meloni, l’Italia abbia assunto, in seno all’Unione Europea, una posizione di isolamento.
Ma è proprio così?
Forse ci si è dimenticati di osservare che la Destra sta sorpassando la Sinistra in tutto il continente, il che, se confermato alle prossime imminenti elezioni europee, porrebbe l’Italia -una volta tanto- in una posizione, non di isolamento, ma, se mai, di pionierismo.
Difatti ci siamo scordati che già alle ultime elezioni presidenziali francesi stavamo tutti con il fiato sospeso nell’attesa di conoscere se, al ballottaggio, avrebbe prevalso Macron o La Pen, tanto era sottile il distacco tra i due.
Ci siamo anche dimenticati che in Polonia (il Paese più amato dagli USA) è da tempo governata dalla Destra; che la stessa cosa avviene in Ungheria e che l’Austria, per formare un governo, ha dovuto patteggiare con la Destra, definita estrema.
Non conosco la situazione di dettaglio negli altri Paesi dell’U.E., ma mi sembra che, già con i dati fin qui riportati, non sia corretto parlare di isolamento.
Certo la signora Meloni, andando a Bruxelles (dove erano ancora vivi i timori che vi aveva sparso a piene mani il più noto Enrico Letta) ha dovuto sfoderare il suo miglior sorriso e far sfoggio di moderatismo.
Ciò non toglie, a mio avviso, che l’attuale assetto dell’U.E. sia in via di superamento; che senza l’improvvisa svolta dei grillini lo sarebbe già ora e che, con le elezioni del prossimo anno, la posizione del nostro Premier (identificabile con quella dei “Conservatori europei”) si prevede divenga maggioritaria.
Le avvisaglie ci sono tutte ed “Qatargate” è una di queste.