Giglio Reduzzi
La Chiesa sconfitta
La vittoria di Salvini è diventata anche la sconfitta della Chiesa, che si era imprudentemente arrogata il diritto di demonizzarlo.
Da cattolico praticante (mai persa una messa) questo smacco mi dispiace, ma, come dice il proverbio, chi è causa del suo mal pianga sé stesso.
Una volta la Chiesa era la casa di tutte le classi sociali.
Il clero si occupava di Dio; l’assistenza ai poveri era delegata alla “San Vincenzo”, una specie di ONG ante litteram.
Adesso, con papa Bergoglio, non è più così: i poveri sono balzati al primo posto e tutta la Chiesa si è trasformata in ONG; la fede è in modalità stand-by.
A nulla rileva, secondo l’attuale pontefice, che i poveri siano italiani o africani, cristiani o musulmani, abbiano pagato le tasse oppure no.
Io, che povero non sono, andavo d’amore e d’accordo con il vecchio parroco.
Molto meno con il nuovo che, conosciuti i miei sentimenti , mi ha detto testualmente “pregherò per la sua conversione”.
Quasi che essere cattolico implichi automaticamente anche essere bergogliano. Pena una scomunica de facto.
Metti il caso che, tra alcuni anni, a questo Papa ne subentri un altro che abbandoni il sentiero tracciato da Bergoglio e riprenda quello, tradizionale, dei suoi predecessori; ebbene come si comporteranno i suoi sottoposti nella gerarchia?
Quale delle due strade seguiranno? Faranno autocritica?