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  • Immagine del redattoreGiglio Reduzzi

Le bugie sui migranti

Ecco tutte le bugie che ci hanno raccontato sui migranti durante i cinque anni di governo PD. E forse ne manca qualcuna.

1) che scappassero dalle guerre. Falso al 95%.

2) che si trattasse di “famiglie”. Falso al 95%. In realtà si trattava per lo più di baldi giovanotti in cerca di fortuna. (Purtroppo in questa trappola c’è caduto anche il Papa.) Le poche donne presenti sulle imbarcazioni venivano fatte salire con i loro pancioni e con i loro bambini soprattutto come paravento emozionale.

3) poi c’è il falso nel falso, perché molti di questi giovanotti, non avendo documenti anagrafici in tasca, si spacciavano per minorenni pur essendo maggiorenni.

4) chi accoglieva questi falsi minori professionalmente (esclusi dunque i pochi volontari) faceva finta di crederci, perché la condizione di minore comportava un beneficio economico aggiuntivo anche per loro.

5) gli addetti all’ accoglienza regolarmente retribuiti, con la scusa dell’emergenza, venivano assunti senza concorso (e rimarranno per sempre a carico dello Stato) benché privi dei requisiti necessari, tipo conoscenza delle lingue ed usanze africane. (Questa, più che una bugia, è una verità taciuta e spiega –in parte- anche le lungaggini nell’ esame delle domande d’asilo. L’altra parte è dovuta al fatto che più dura il lavoro di selezione, più durano il contratto di lavoro e relativo compenso.)

6) i migranti venivano descritti come “salvati in mare” (perché solo così il salvataggio diventava un atto reso necessario dal diritto internazionale), mentre, ad eccezione di quelli che arrivavano da soli sui barconi (poi si passò ai più economici gommoni), essi venivano semplicemente trasbordati dalla loro imbarcazione a quelle più robuste della Guardia Costiera italiana e delle sempre più numerose navi ONG.

7) per ingannare l’opinione pubblica, anche i salvataggi effettuati al largo della Libia venivano presentati, in totale spregio della geografia, come effettuati nel Canale di Sicilia.

8) il passaggio dal barcone al gommone segnò la transizione verso l’industrializzazione del fenomeno migratorio.

Il fatto che i gommoni si sgonfiassero o rimanessero senza benzina solo quando erano in prossimità di una nave disponibile al soccorso fa ritenere che gli incontri fossero tutti preventivamente concordati e che l’eventuale incidente fosse solo frutto di malintesi o della fretta dei migranti di porre termine ai loro disagi passando a imbarcazioni più sicure.

9) che solo il mago Merlino potesse fermare questi massicci esodi, essendo questi parte di un fenomeno mondiale.

10) che i mancati rimpatri fossero tutti dovuti a cause di forza maggiore, mentre in realtà erano dovuti ad impedimenti che, volendolo, potevano essere facilmente rimovibili.




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