Giglio Reduzzi
Le Olimpiadi di Tokio
Tre sono le cose che mi vengono in mente a proposito delle Olimpiadi in corso:
1. Ho l’impressione (spero di sbagliarmi) che alcuni degli atleti italiani siano stati inviati a Tokio in gita premio. Cioè, non per vincere una medaglia, ma in riconoscimento dei meriti acquisiti in passato.
2. Se ci fosse ancora la Yugoslavia, essa sarebbe di gran lunga la nazione europea che ha conquistato il maggior numero di medaglie d’oro. (Basta sommare tra loro le medaglie vinte da Serbia, Kosovo, Croazia e Slovenia).
Per diversi giorni persino il Kosovo (con una delegazione di soli 11 atleti) aveva più medaglie d’oro del team italiano (384 atleti).
(Forse è per rendere impossibile l'imbarazzante confronto che la RAI, nel presentare il medagliere, ha saltato alcune posizioni.)
3. Siccome la delegazione italiana non ha brillato negli sport più popolari, sorretti dal capitale privato (calcio, ciclismo, tennis), dobbiamo ringraziare lo Stato italiano che ci ha consentito di ottenere molti riconoscimenti in quegli “sport minori” dove i privati non hanno interesse ad investire.
Peccato che, così facendo, il nostro Paese appaia politicamente più vicino a Cuba che agli USA.