Giglio Reduzzi
Matteo Messina Denaro
Martedì sera (25 settembre) RAI3 ha dedicato tutta la prima serata per celebrarne la cattura.
Non capisco perché l’abbia fatto.
L’arresto del capo mafia costituisce un fatto eccezionale di per sé, ma non per il modo in cui è stata attuato.
Le modalità della cattura gridano vendetta al cospetto di Dio e andrebbero tenute nascoste, più che messe in evidenza.
Evidenziarle ed, ancor più, farle oggetto di rallegramenti e scambi di felicitazioni tra gli alti gradi delle forze armate non può che far sobbalzare sulla sedia tutti i contribuenti.
Il servizio di RAI3 ha infatti messo in rilievo lo spreco che è stato fatto dei soldi pubblici in quell’occasione.
Decine, se non centinaia, di militari furono mandati in assetto di guerra e volto coperto ad occupare l’ospedale dove si sarebbe recato il ricercato e dove infatti questi andò, ma dal quale anche uscì incontrastato ed a passo lento, a dispetto della cosiddetta “cinturazione”.
Infatti egli fu arrestato fuori dalla clinica, in mezzo al traffico cittadino.
Il momento esatto della cattura (che doveva essere il cuore della trasmissione) non è stato mostrato per un evidente sussulto di consapevolezza.
Non capisco la ratio di quel servizio RAI.