Giglio Reduzzi
Migranti. Alcune riflessioni
So che il tema dei migranti non è di facile soluzione. Tuttavia non posso fare a meno di fare alcune riflessioni.
1. Ho visto l’hotspot di Lampedusa.
Ed ho capito perché lo chiamano così: non hanno il coraggio di chiamarlo con il suo nome vero, perché non assomiglia neanche lontanamente ad un centro d’accoglienza.
A volte l’uso dell’inglese costituisce una comoda scappatoia.
2. Mi chiedo anche cosa ci sia di “cristiano” nel tirar fuori un gruppo di persone da un lager solo per trasferirlo in un altro.
Se fai un lavoro devi farlo completo.
Se fai sbarcare una persona devi anche trovargli una sistemazione dignitosa.
La fase 1 senza la fase 2 è una presa in giro.
L’unica volta che i vescovi italiani (CEI) hanno voluto gestire da soli un gruppo di immigrati, se li sono lasciati scappare tutti il giorno dopo, per cui non si sa che sistemazione intendessero dare loro.
3. Trovo umiliante che la Guardia Costiera italiana, a differenza di tutte le Guardie Costiere di queste mondo, di fatto abbia rinunciato alla sua missione istituzionale, per limitarsi a quella di scortare le barche cariche di migranti verso approdi sicuri.
4. L’unica alternativa “cristiana” agli hotspot italiani è rappresentata dalle lussuose navi da crociera che il governo italiano mette a disposizione dei migranti per effettuare la quarantena.
Peccato che tale sistemazione suoni invece irrispettosa nei riguardi dei tanti contribuenti italiani che hanno sempre guardato a quelle navi come ad un sogno irrealizzabile.
5. Non capisco perché quelle navi comode e sicure non vengano utilizzate per consegnare i migranti direttamente a casa di quegli Stati che a Malta si erano solennemente impegnati a riceverli.