Giglio Reduzzi
Progredire non è trasgredire
L’esperienza di vita dovrebbe averci insegnato che i dieci comandamenti sono cosa buona e giusta anche per i non credenti.
Lo stesso dicasi per alcuni valori naturali che stanno alla base di un’ordinata convivenza civile.
Ad esempio tutti riconoscono, penso, che:
sia interesse del bambino nascere all’interno di un matrimonio, od altra forma stabile di unione tra un uomo ed una donna,
l’omosessualità non corrisponde alle leggi di natura per il semplice fatto che non permette la continuazione della specie,
uno dovrebbe tenere il genere che la natura gli ha dato e rifuggire dall’idea di cambiarlo.
Il fatto che la scienza e la tecnologia siano andate tanto avanti da permettere anche il cambio di sesso (contraddicendo il vecchio adagio inglese secondo cui tutto si può fare “except changing men into women and viceverse”) non vuol dire che esso sia diventato cosa buona e giusta.
Un conto è parlare di uguaglianza dei generi (in materia di diritti) ed un conto è parlare di intercambiabilità dei medesimi.
Scienza e tecnologia sono benvenute fintanto che non intaccano i valori che sono alla base della convivenza.
Il fatto che una cosa sia diventata tecnicamente possibile non la rende automaticamente buona e giusta.
Lo stesso dicasi dell’omosessualità.
Se oggi non ci scandalizza più sapere che il vicino è omosessuale, questi non deve sentirsi autorizzato a salire su un carro e sbandierare la propria condizione, che è e rimane un’ anomalia.
Non certo una condizione di cui essere fieri, come implica il termine di “gay pride”.
Chissà perché molti ritengono che il migliorato tenore di vita derivante dal progresso della scienza e della tecnologia trascini con sé un allentamento dei costumi.
E, viceversa, riscoprire i comportamenti virtuosi significhi fare un passo indietro nel tempo.
E’ falso: già per gli antichi greci era ritenuto normale che l’adulto benestante andasse a spasso tenendo per mano un ragazzino che non era suo nipote.
A dimostrazione che il “vizietto” (copyright Tognazzi) nasce indipendentemente dalla tecnologia.
Aborto ed eutanasia mantengono intera la loro valenza negativa anche se scienza e tecnologia hanno reso facile il ricorso a queste pratiche.
E la Chiesa farebbe bene, di tanto in tanto, a ricordarcelo, anzicchè seminarci la strada di dubbi.