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  • Immagine del redattoreGiglio Reduzzi

Proposta indecente

In attesa che il pragmatismo faccia breccia anche nel governo italiano (come mi sembra abbia iniziato a fare), vorrei fare una proposta che, sono sicuro, mi attirerà le invettive di tutti coloro che pragmatici non sono, a partire dai cultori d’arte.

Mi riferisco ai milioni di reperti artistici (statue, vasi, ecc.) che l’Italia possiede ma nessuno vede, perché stanno o sottoterra o negli scantinati dei musei a prendere la polvere.

Molti di essi sono, o dovrebbero essere, “patrimonio dell’umanità”.

Alcuni sono stati sottratti a musei d’oltralpe dopo anni di battaglie giudiziarie, che immagino siano costate piuttosto care.

Là ,dov’erano, le statue in questione erano viste da milioni di persone. Qui da noi, da nessuno, perché non sappiamo dove esporle.

Ne valeva la pena?

Se sono “patrimonio dell’umanità” non dovrebbero poterle vedere tutti?

Non era meglio lasciarle dov’erano e farsi dare in cambio un po’ di soldi?

Magari con l’obbligo di mettere ai piedi della statua una bella etichetta con scritto “Courtesy of Italy”?

E non si potrebbe fare la stessa cosa con tutti i reperti che possediamo ma non siamo in grado di valorizzare, mentre fuori d’Italia aprono musei anche per far vedere le scarpe del nonno?

Penso che, vendendo un po’ d’arte, potremmo annullare il debito pubblico, senza mai uscire dalle cantine e, quindi, senza intaccare il patrimonio espositivo.

Del resto vendere i gioielli di famiglia è la prima cosa cui pensa chi ha la fortuna di averli, quando rimane senza soldi.


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