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  • Immagine del redattoreGiglio Reduzzi

Scelta azzeccata


Non appena a Matteo Salvini ed a Giorgia Meloni sarà sbollita la rabbia per il mancato ricorso a quelle elezioni generali che avrebbero ufficializzato la loro vittoria, essi si renderanno conto che la sofferta decisione di Sergio Mattarella di chiamare Mario Draghi a formare un nuovo governo è la migliore che egli potesse prendere nell’interesse degli italiani e, soprattutto, nelle attuali circostanze.

Infatti, nella presente congiuntura, dato che il passato governo ha deciso, giusto o sbagliato, di farsi prestare i soldi (per la “recovery”) dall’UE, è al sig. Dombrovskis ed ai suoi colleghi che dobbiamo fornire la garanzia di spendere bene quei fondi e di restituirli.

Sotto questo profilo è indubbio che Super Mario (come viene comunemente definito) sia il miglior personaggio che l’Italia potesse scegliere per adempiere a questo compito.

L’accettazione da parte di Draghi di questo incarico (che al momento di scrivere è ancora sub iudice) segnerebbe anche la fine dell’ingiuria istituzionale nata nel 2018 con l’incauta elezione alla Camera di un terzo di deputati senza arte né parte e la formazione di un governo avente le stesse caratteristiche.

Già solo il fatto che Super Mario prenderà (auspicabilmente) il posto di Giuseppe Conte dovrebbe rasserenare l’animo di Salvini e Meloni.

Anche se, dobbiamo pur dirlo, il merito non sarà, come loro avrebbero voluto, degli elettori ma addirittura di quell’avversario politico che risponde al nome di Matteo Renzi.

E’ lui infatti che, seppur con finalità estranee alla ricerca del bene comune, ha fatto emergere l’inadeguatezza dell’esecutivo Conte.

Fosse stato per il PD di Zingaretti, saremmo ancora qui a subire i danni dei vari Bonafede, Arcuri e Azzolina.

Il merito di Sergio Mattarella in questa circostanza è molto marginale, perché, senza l’impennata di Matteo Renzi, anche lui sarebbe rimasto zitto e buono, come è sempre stato e come è nella sua indole.

Pensiamo, per un attimo, alla Giustizia.

Siccome al vertice del massimo organo giudiziario (CSM) c’è lui, non è pensabile che egli fosse all’oscuro delle nefandezze che vi venivano consumate.

Ci è voluto Luca Palamara per portarle alla luce.

Ciononostante egli è rimasto zitto e buono tutto il tempo.

E lo è tuttora.

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