Giglio Reduzzi
Scommetto che vince il NO
Non mi meraviglierei se al referendum sul taglio dei parlamentari vincesse il NO, benché entrambi gli opposti schieramenti a suo tempo si siano espressi a favore del predetto taglio.
La verità è che quel SI’ fu pronunciato, per l’appunto, a quel tempo, cioè in un’epoca che, in base ai ritmi attuali, può già considerarsi lontana.
Inoltre non è un mistero che molti deputati abbiano votato a favore del taglio molto obtorto collo, vuoi per disciplina di partito, vuoi per altre ragioni.
Ragioni che però, nel segreto delle urne, scompaiono tutte come neve al sole.
I primi a non voler più il taglio dei parlamentari sono i deputati del M5S, che vedrebbero ridursi notevolmente la possibilità di essere rieletti, tagliando il ramo su cui stanno (comodamente) seduti.
Subito dopo vengono i deputati della Lega, anche se per loro, che hanno il vento in poppa, non sussiste il timore di non essere rieletti.
Per loro prevale la questione di principio. Cioè l’ideologia.
Non a caso Matteo Salvini ha lasciato che a pronunciare il primo NO fosse Giancarlo Giorgetti, considerato l’ideologo del partito.
Dei deputati del PD sappiamo tutti che i No uguagliano o superano la linea ufficiale dei SI.