Giglio Reduzzi
Silvana De Mari
Adoro gli articoli di Silvana De Mari.
Sia per la profondità dei pensieri che per l’eleganza del linguaggio con cui li esprime.
Essi da soli giustificano l’acquisto del giornale (La Verità).
Benché l’autrice vada senz’altro annoverata tra i critici dell’attuale Papa, ciò che la differenzia dagli altri esegeti -ed al tempo stesso la rende più convincente- è il fatto che essa non risparmia critiche neppure al pontefice precedente, Benedetto XVI; mentre gli altri tendono a contrapporli o, al massimo, a giudicarli complementari.
Quasi che Cristo avesse bisogno di due rappresentanti al posto di uno.
No, la signora De Mari dice chiaramente che Benedetto XVI ha fatto male a dimettersi, dal momento che lui era il rappresentante di Gesù e, come tale, non poteva piantare il lavoro a metà con motivazioni da segretario comunale.
Non a caso, sostiene l’autrice, l’unico Papa che diede le dimissioni prima di Papa Ratzinger (Celestino V) fu collocato dal cattolicissimo Dante tra i dannati dell’Inferno.
Detto questo, anche lei trova che l’attuale Papa, non a caso diventato l’idolo dei mangiapreti, offre il destro ad una lunga serie di critiche, a partire dal buonasera del primo giorno per finire con il gesto indecoroso dell’ultimo.