Giglio Reduzzi
Solidarietà europea
Finalmente Bruxelles ha gettato la maschera.
E’ dai tempi di Angelino Alfano e di tutti i Ministri degli Interni che vennero dopo, nessuno escluso, che, appena scesi dall’aereo, essi ci annunciavano, con aria trionfante (la stessa che aveva Alcide De Gasperi quando tornò da New York con l’annuncio del Piano Marshall) che finalmente quello dell’immigrazione non era più un problema italiano, o solo italiano, ma di tutta Europa.
Balle! Ci hanno raccontato solo balle!
Lo si è visto avant’ieri, quando la Commissione europea ci ha detto chiaro e tondo che ogni nazione membro è libera di costruire tutti i muri anti-invasione che vuole, a patto che lo faccia con i propri soldi!
E questa sarebbe la solidarietà che ci offre l’Unione Europea.
La solidarietà di cui la Lega di Matteo Salvini ha sempre giustamente dubitato, pagando però un conto molto salato e spesso subendo la derisione.
Non serve essere statisti per capire che, se la Polonia può essere facilmente isolata con del filo spinato (recentemente lo fecero i cattolici tenendosi per mano), all’Italia serve una barriera ben più solida e costosa.
Non a caso, sulle nostre coste, in passato furono erette oltre settecento torri difensive, dette saracene, alcune delle quali sono ancora lì a ricordarci come cambiano i tempi.