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  • Immagine del redattoreGiglio Reduzzi

Sri Lanka

Tutti siamo a conoscenza degli atti terroristici che hanno insanguinato la Pasqua nello Sri Lanka e, poiché tre di essi sono avvenuti durante la messa in altrettante chiese, tutti sappiamo che il principale obiettivo erano i cristiani ed in particolare i cattolici.

Il conteggio delle vittime non è ancora terminato, ma sappiamo che ad oggi sono più di 250.

Gli atti sono stati compiuti da assassini kamikaze ed i mandanti provvisoriamente identificati in un’organizzazione locale di musulmani jihadisti.

Tutti i leader delle maggiori confessioni cristiane (ortodossa, anglicana, luterana, mormona) hanno espresso il loro cordoglio al governo dello Sri Lanka.

Papa Francesco, cioè il leader cristiano più importante, ne ha fatto un timido accenno nel suo discorso pasquale dal balcone di S. Pietro, ma noi cattolici ci aspettiamo molto di più da lui.

Siamo infatti sicuri che, di fronte ad una simile strage di persone innocenti, prima ancora che cristiane, egli saprà alzare forte e chiara la sua voce a condanna del sangue versato, a costo di interrompere, se necessario, quel dialogo con l’Islam che egli persegue da anni con tanta sorprendente tenacia.

Ci conforta sapere che egli, il 12 maggio del 2013, non ha esitato a proclamare santi tutti gli 813 abitanti di Otranto che il 14 agosto del 1480 furono uccisi dai turchi di Gedik Ahmed Pascià per essersi rifiutati di convertirsi all’Islam.

E’ stata la più massiccia canonizzazione di tutti i tempi.

Il fatto che i mandanti di oggi siano vivi (e liberi di compiere ulteriori attentati) sarà sicuramente interpretato come una circostanza aggravante, rispetto al fatto che di quelli di ieri la pubblica opinione non si ricorda più.

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