Giglio Reduzzi
Stupri a gogò / 2
Scorrendo i vari post del mio blog, ho scoperto che il maggior numero di visualizzazioni è andato a quello intitolato “Stupri a gogò”.
La cosa non sorprende perché, da noi, lo stupro è considerato un reato grave e quindi è comprensibile che il titolo desti curiosità.
In realtà nel nostro Paese lo stupro è ritenuto un reato grave adesso.
Qualche lustro fa lo era meno e prima ancora non lo era per niente.
Purtroppo in molti villaggi africani esso continua a non esserlo, specialmente là dove tutto sembra concorrere a facilitare la consumazione di questo reato: dalla scarsa illuminazione serale all’assenza di innocui diversivi, tipo programmi televisivi ed impianti sportivi.
In questi villaggi, invece di correr dietro ad una palla, i giovanotti ricchi di ormoni fanno la caccia alle ragazze; che non a caso si vedono costrette a correre ai ripari con tutti i mezzi a loro disposizione, talora molto dolorosi (leggi mutilazioni genitali).
Io conosco questa situazione per ragioni di lavoro, cioè per caso, ma coloro che ci governano hanno l’obbligo di saperlo.
E quindi, prima di obbligare gli italiani a convivere con ragazzi nati e cresciuti in questi villaggi, essi dovrebbero:
a) dire loro che qui la musica è diversa; che una ragazza in minigonna non è necessariamente una “che ci sta”;
b) smetterla di raccomandare alle nostre ragazze di non cambiare le loro abitudini, ma, se mai, sollecitarle ad essere più guardinghe di prima.
(Fermo restando che la cosa migliore sarebbe che questi ragazzi non venissero affatto da noi, ma stessero a casa loro.)