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  • Immagine del redattoreGiglio Reduzzi

Un tentativo di mediazione

Aggiornamento: 8 dic 2022

E’ quello che il PD ha in programma per il prossimo congresso.

O, perlomeno, è quello che si prefigge la sua attuale dirigenza, la quale non si è ancora resa conto che il ricercato tertium non esiste e, pertanto non datur.

Inutile cercarlo.

La coesistenza tra riformisti e fondamentalisti è impossibile.

Ne abbiamo le prove:

Quando il partito si è spostato a destra, è uscito Bersani, quando si è spostato a sinistra è uscito Renzi.

E siccome Renzi si è subito scaltramente unito a Calenda per formare il c.d. terzo polo, peraltro ottenendo un certo successo, al futuro PD non resta che buttarsi a sinistra e rifondare, se ci riesce, il secondo polo.

Cioè un partito capace di attrarre tutti coloro che non hanno mai trovato il coraggio di condannare il partito comunista, indipendentemente dall’averne fatto parte, M5S compreso.

Sotto questo profilo, la figura di Elly Schlein sembra essere quella giusta, anche se inevitabilmente provocherà un ulteriore travaso di voti in direzione del terzo polo.

All’interno del PD non esiste una terza via, così come invano la cercava Berlinguer all’interno del PCI.

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