Giglio Reduzzi
Un Papa laico
Aggiornamento: 27 nov 2018
E' mia convinzione è che -a questo Papa- interessi di più la carica di Capo di Stato di quella di Pontefice.
Cioè prema di più essere politically correct che successore di Pietro.
Anche in ciò marcando un chiaro scostamento dalla linea dei suoi predecessori.
Non parlo solo del primo (che fu così poco politically correct da essere stato crocifisso dall’autorità di turno), ma anche degli ultimi.
Non si spiegano diversamente:
il suo salutare la folla dicendo “Buona sera”, invece di “Sia lodato Gesù Cristo” (come faceva Giovanni Paolo II);
invitare i fedeli a commemorare le vittime di un terremoto mantenendo un minuto di silenzio (come avrebbe fatto Macron), anziché intonare il Pater Noster (come sicuramente avrebbe fatto Giovanni XXIII);
non dire una parola a favore di Asia Bibi (come fece Paolo VI per Aldo Moro), nell’ evidente timore di compromettere le relazioni diplomatiche con il Pakistan (Paese amico della Cina);
condividere la nomina dei vescovi con un regime dittatoriale e dichiaratamente ateo, ma molto potente, quale la Cina;
tollerare, o magari addirittura ispirare, la conversione in senso politico di giornali che una volta venivano comprati solo dai parroci (Avvenire) o si vendevano in chiesa (Famiglia Cristiana).
E potrei continuare.
Ma può darsi che vada bene così.
Del resto chi sono io per giudicare?
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