Giglio Reduzzi
Un Papa non europeo
Chi è stato in Sud America sa che lì la situazione è caratterizzata da grandi diseguaglianze sociali, simili a quelle che esistevano da noi nel dopoguerra.
Pertanto ai sud-americani non fa meraviglia, anzi fa piacere, che il Papa attuale, che viene da quel mondo, ogni volta che si affaccia alla finestra parli come facevano da noi Togliatti e Berlinguer, cioè di profitto, salari, lavoro minorile, ecc.
Soltanto che noi europei, oggi, non siamo più in quelle condizioni ed i nostri sindacalisti sono più impegnati a difendere le conquiste sociali nel frattempo ottenute che a promuoverle.
Di conseguenza noi cattolici ci illudevamo che il Papa succeduto a Benedetto portasse con sé una ventata d’aria fresca e ci parlasse di quel Dio che il diffuso benessere ci ha fatto dimenticare.
Invece niente. Sono otto anni che sentiamo il Pontefice parlare di tutto, anche di cose nuove (di cui però non sentivamo la mancanza), ma molto poco di Cristo e vita eterna.
Le ultime mazzate in testa ai pochi cattolici rimasti sono venute con la pronta chiusura delle chiese allo scoppio della pandemia e le restrizioni misteriosamente introdotte in materia di riti domenicali.