Giglio Reduzzi
Una Chiesa in pausa pranzo
Le chiese, desolatamente vuote nei giorni feriali, adesso, dopo la serrata legata alla pandemia, lo sono anche di domenica.
Più nessuno va in chiesa.
Pochi anche quelli che ci vanno per sposarsi, e credo che quei pochi lo facciano solo perché i sindaci non hanno ancora inventato una cerimonia civile altrettanto solenne di quella religiosa, per cui il matrimonio contratto in Comune assume il carattere di una semplice pratica burocratica.
Tuttavia quei pochi preti che vediamo in giro non hanno la faccia triste tipica di chi si sente emarginato. Solo qualche vecchio chierico in pensione ce l’ha.
Del resto con un Papa come l’attuale la deriva era scontata.
Sono anni ormai che egli, dimenticando di essere il vicario di Cristo, ci parla quasi esclusivamente di climatologia, oppure di buona educazione (non usare i telefonini a tavola, non spettegolare, ecc.) e di tutti quegli altri temi per i quali già esistono centinaia di enti (più o meno) benefici.
Inoltre, e non si capisce perché, egli sembra avere un debole per l’Islam, che a noi anziani è sempre stato dipinto come il credo più arretrato che esista e che, in ogni caso, è totalmente estraneo alla nostra cultura.
Tra l'altro si tratta di una religione molto aggressiva che ha spazzato via il cristianesimo da tutto il nord Africa e tutto il medio oriente, dove fiorivano le scuole dei nostri padri fondatori (basti pensare a S. Agostino).
Infine, non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che l’ Islam sia incompatibile con i regimi democratici.
Dove l’Islam è religione di Stato difficilmente trovi un governo liberamente eletto.
A volte, come in Arabia Saudita, ci trovi addirittura una monarchia assoluta.
E’ questo che la Chiesa cattolica voleva?
Speriamo di no e che queste chiese vuote stiano solo ad indicare la pausa pranzo.